capaci di sognare, saper usare
la fantasia e conservare sempre
l’essere bambino, solo così potremmo distinguerci dalla massa e guardare oltre i confini dell’orizzonte.
la fantasia e conservare sempre
l’essere bambino, solo così potremmo distinguerci dalla massa e guardare oltre i confini dell’orizzonte.
Cara Maestra Marinella,
Volevo
iniziare questa relazione raccontandoti un po’ della mia vita.
Ho 22 anni,
il mio più grande sogno era quello di diventare una bravissima ballerina,
entrare in una compagnia e girare il mondo.
Conobbi questo fantastico, pazzo ed emozionante mondo della danza a soli 4
anni, sembrava che già allora sapevo che quella sarebbe stata la mia strada.
Raggiunta
“l’età delle decisioni” senza alcun dubbio decisi di fare i provini per
l’Accademia Nazionale di Danza e fui presa. Tra corsi, lezioni, stage e
spettacoli, quell’anno passò velocemente, ma quando arrivò il giorno degli
esami tecnici… purtroppo fui bocciata. Mi ripresentai alle sessioni successive
ma senza nessun risultato.
Determinata e piena di energia decisi di voler ripetere l’anno, ma alla fine si
ripresentò la medesima situazione.
Rammaricata e delusa, lasciai l’Accademia e tornai nel mio piccolo paese.
Da li il
vuoto, vedevo il mio sogno sparire, pensavo a quale altra strada avrei potuto
scegliere, in testa mi frullavano mille domande, ma soprattutto… Perché? Chi,
come, quando, qualcuno aveva deciso al mio posto. Abbandonare la danza? MAI!
Decisi così
di provare ad insegnare. Preparai il mio curriculum per poterlo portare in
diverse scuole di danza dove venni chiamata. La mia prima lezione fu di
contemporaneo. Mi sentivo euforica, entusiasta e svolsi il mio compito al
meglio senza timore, timidezza, nessun problema e allora pensai: “ Però! Quasi
quasi riesco meglio ad insegnare che a danzare!” Detto-Fatto!
Dopo un anno di tirocinio nella scuola dove mi ero cresciuta e varie lezioni
nelle altre scuole, preparai una coreografia di classico per un gruppo di
ragazze dai 14 ai 16 anni e finalmente arrivò il successo! La mia fu definita
la coreografia migliore di quel saggio.
L’anno seguente mi ritrovai ad insegnare a delle bambine dai 6 agli 8 anni, ma
questa volta… “Oddio! Il panico!!! Sbarra a terra, impostazione in piedi alla
sbarra, le bambine volevano andare via ed io non sapevo cosa fare”.
Iniziai così
a fare un po’ di ricerche sul web e trovai: “CORSI DI FORMAZIONE GIOCODANZA®
Quella
mattina l’emozione era tanta e tante erano le aspettative, ma non avrei mai
pensato di ritrovarmi immersa in tanta magia, di dover giocare, sognare,
diventare un’ape, una principessa, fare viaggi e quant'altro. Devo dire la
verità? È stato semplicissimo per me, mi sono sentita subito a mio agio e mi
sono divertita un mondo.
Ecco
Marinella, sento di confessarti un segreto. Sai, io credo ancora al mondo delle
fate, sogno sempre di volare e spero che un giorno riuscirò a spostare gli
oggetti con la mente. Sono sempre stata una sognatrice, non ho mai perso la
voglia di giocare, mi ritengo un’eterna bambina e ne vado fiera. Forse è
proprio per questo aspetto del mio carattere che sono sempre riuscita a
rialzarmi dopo le innumerevoli cadute, ho sempre continuato a seguire il mio sogno
e a credere in me stessa.
Non avendo
avuto difficoltà con te a sentirmi bambina il mio pensiero era rivolto alle mie
povere bimbe, stavo sbagliando tutto con loro… via esercizi difficili e noiosi,
niente più sbarra, misi subito in pratica la tua tecnica e la lezione
successiva entrando in sala dissi:” Bambine scusatemi per gli esercizi
difficili che abbiamo fatto fin ora… adesso si va nella giungla!” incredule si
misero a ridere ed ebbero tutte un po’ di difficoltà all'inizio nell’usare la fantasia, ma quando finì la lezione… un trionfo! Le bambine negli spogliatoi
raccontavano ai loro genitori della Giungla, di Madame Spokky e di tutti i
giochi fatti in quell'ora.
Adesso ho
altri progetti, obbiettivi, ho un altro sogno, quello di aprirmi la mia Scuola di
Danza. Ho tanta voglia di insegnare, di trasmettere attraverso l’insegnamento
la mia passione, non sarò solo la loro maestra di danza, ma un insegnante di
vita. Gli insegnerò a rialzarsi dopo le cadute, a seguire sempre i loro sogni,
anche quando sembra impossibile e gli insegnerò ad amare loro stessi e la vita.
Non a caso la mia scuola si chiamerà “L’ école de la vie” , non voglio creare
grandi ballerine, ma persone umili ............. capaci
di sognare, saper usare la fantasia e conservare sempre l’essere bambino, solo
così potremmo distinguerci dalla massa e guardare oltre i confini
dell’orizzonte.
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