Benvenuti nel blog del giocodanza®

GIOCODANZA® - Un percorso di crescita sano, attraverso un'attività ludica dove le componenti principali sono: creatività, immaginazione ... e tanta fantasia! Corpo, voce, musica, spazio ... diventano il mezzo per scoprire le potenzialità artistiche e creative del bambino.

A CHI SI RIVOLGE

Insegnanti di danza, danzatori, operatori dell’infanzia il cui obiettivo è approfondire e ampliare le proprie conoscenze e le proprie competenze pedagogiche e artistiche che permettono di acquisire, con una metodologia innovativa, nuovi strumenti e strategie diverse atte a rispondere ai nuovi bisogni dei bambini.

Essendo il metodo un approccio e una preparazione alla Danza, ed essendo la Danza l’arte del movimento, esso riguarda tutte le tecniche, dal classico al contemporaneo, dall’hip hop alla break dance fino alla danza sportiva.


lunedì 4 maggio 2015

Relazione Giocodanza® della Neo-Maestra Margherita Longobardi - Brescia 2015




“Tanta voglia di crescere

per poi accorgersi che rimanere bambini

          è la cosa più bella che ci sia”                        

                                                                                               Peter Pan



Arrivai in anticipo quel giorno, per mettere su un po’ di lavoro. La sala sembrava ancora più grande da vuota: metri e metri cubi d'aria da riempire con la danza di una sola persona. Misi il cd e feci partire il brano... mi avvicinai allo specchio e mi vidi diversa: erano trascorsi vent'anni e nemmeno me ne ero accorta. Per vent'anni avevo osservato la mia immagine riflessa da uno specchio, uno specchio severo che mi rimproverava di continuo.

Il brano continuava a scorrere ma non mossi un passo...Continuai a guardarmi e improvvisamente non mi vidi più sola...avevo 8 anni adesso e accanto a me rividi le altre bambine con il body rosa e le scarpette ai piedi... e poi lei... la prima maestra... che continuava a contare e spiegare nonostante il pancione... Improvvisamente il body si fece nero e lo specchio cedette il posto ad un altro specchio, forse più severo del primo. Lei era sempre lì, non aveva più il pancione ma accanto a se una bimbetta vivace che sembrava per nulla portata per la disciplina. Il secondo specchio fu più fortunato del primo: poté riflettere l'immagine di qualche grande nome della danza e iniziò a moltiplicarsi e a portare il riflesso di quelle bambine ormai cresciute di sala in sala. Adesso rifletteva ragazze rinchiuse a volte in un severo tutù, altre volte in gonne cortissime e tacchi a spillo, ma sempre la stessa passione. A volte scompariva addirittura, e al suo posto apparivano poltrone vuote di teatri... altre volte ancora cedeva il posto a fasci di luci accecanti che nascondevano gli occhi del pubblico.

Ripensavo a quanto poco mi importava se quel pubblico fosse formato da cento, duecento o mille spettatori... mi era sempre interessato che ci fossero le mie tre persone più importanti, tutti gli altri non erano mai esistiti. Così una volta mi ritrovai persino a danzare davanti ad un pubblico inesistente, nonostante il Teatro Greco di Roma fosse gremito di gente. Ma il mio segreto era sempre stato immaginare i miei spettatori privati presenti ad ogni esibizione e ad ogni prova, solo così riuscivo a dare il meglio di me. Me li portai ovunque quei tre spettatori immaginari, anche in un'altra provincia quando mi trasferii... quando l'unica cosa che potevo fare era danzare nella mia stanza tra una scrivania ed un comodino.

Un giorno appesi letteralmente le scarpette al chiodo: osai pensare che tutto fosse finito per sempre.

Non fu così però... Dopo qualche tempo trovai un'altra insegnate arrivata dall'altra parte del mondo, con la pelle di un altro colore ma con la stessa passione nel cuore. Lo specchio non c'era in quel palazzetto e forse mi sentii più libera di esprimermi e tentare quella danza importata d'oltreoceano. Mi fu insegnato ad affrontare lo spazio, a penetrarlo, attraversarlo, riempirlo interamente senza paura... fu l'approccio giusto per imparare ad osare senza temere di cadere.

Poi un giorno lo specchio tornò...ed ecco che rifletteva una ragazza di 29 anni che, dall'altra parte dell'Italia, si era fermata, immobile davanti a lui... Continuava ad indossare un body nero e gli stessi scaldamuscoli di una vita.

D'un tratto sentii delle voci e distolsi lo sguardo dal mio riflesso...entrarono una decina di bambine di 5 anni vestite con il body rosa e con le scarpette ai piedi... vidi i loro occhi sorridere e capii quanto importante fosse il mio lavoro. Adoravo insegnargli quel che sapevo della danza ma dopo solo un anno mi resi conto di non esserne davvero in grado, così decisi a malincuore di lasciare il corso di propedeutica ad un’altra insegnante. Vederle nello spogliatoio però, quando andavo a scuola per dare lezioni al gruppo delle ragazze, mi riempiva il cuore di tristezza e malinconia… Perché con loro mi ero arresa? Perché non ero stata capace di svolgere il mio lavoro?

Un giorno però il destino mi ha messo davanti ad una mail… era Marinella! … leggevo quella mail con il cuore a mille… era un invito per i corsi di formazione di Giocodanza®! Grosseto, Avellino, Verona, Brescia… che peccato Bologna non c’è… Ma infondo quanto ci vorrà ad arrivare in treno a Brescia… e così un attimo dopo avevo deciso! Mi iscrissi al corso!

Per la prima lezione partii addirittura il giorno precedente per non perdermi nemmeno un istante di quella magica avventura. E così il 25 ottobre ero in quella scuola circondata da altre insegnanti…

Ci fu uno specchio anche lì e di sicuro ci provò a riflettere l’immagine di quelle trenta insegnanti ma, inutile dirlo, non ci riuscì affatto: un attimo dopo essere entrate in sala eravamo diventate bambine, ma questa volta non a causa di ricordi nostalgici, era accaduto davvero! Ci presentavamo ad un orsetto di peluche, ci trasformavamo in sirene dai lunghi e bellissimi capelli capaci di stringersi tutte quante in un unico cerchio per non essere catturate dai pirati, lanciavamo coriandoli per aria, creavamo sculture con i nostri corpi, danzavamo con i veli e senza neanche accorgercene ci muovevamo all’interno di armoniose coreografie. Era bellissimo sbirciare le espressioni della maestra che, pur non conoscendoci ancora, sorrideva mentre ci vedeva tornare bambine.

Mi ritrovo a ripensare a tutto questo ad appena un mese dalla fine di questo meraviglioso viaggio…

Adesso mi sento pronta per riprendere il corso delle mie bambine e ogni volta che le guardo nello spogliatoio penso a quanto ci divertiremo insieme a partire dal prossimo ottobre. Non vedo l’ora di iniziare insieme a loro la magica avventura del Giocodanza®! ...E spero mi perdoneranno se per un anno mi sono allontanata…

 
Scusate bambine, la maestra aveva bisogno di giocare!



GRAZIE MARINELLA!

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